https://www.corriere.it/opinioni/19_febbraio_03/boom-iscritti-liceo-disoccupati-meglio-meritocrazia-tedesca-db08f494-27df-11e9-84f8-838f47b6747c.shtmlQuando si dice scrivere di ciò che non si conosce. E mistificarlo.
Se c'è un sistema
immeritocratico è quello tedesco. Intendo area EU perché meglio lasciar stare le derive orientali. Da noi poi da adulto ti trovi il muro di gomma, ma lì altri ti segnano l'esistenza prima che uno ne abbia coscienza.
Il marmocchio crucco viene vincolato a vita dalle ridenti maestrine nel pieno della sua infanzia. Ciò perché in Germania (e in generale nel mondo tedescofono) non esiste il concetto di "poter" cambiare ambito di lavoro varie volte nella vita, se lo si vuole. O se si deve.
In linea di principio e regola il lavoro dei 20 anni lo dovrai tenere a vita, in una maniera o nell'altra. Se lo perdi sei un "fallito" e dovrai adattarti. Cosa che tutto sommato si può accettare, si potrebbe ecceppire (ma anche no). Molto, molto peggio, è se non lo perdi ma semplicemente vuoi cambiare: sei considerato divergente dalla regola. Orrore.
Si parla di un contesto in cui per fare il commesso "seriamente" devi avere un corso triennale professionalizzante solo da commesso. Non sei ritenuto "capace" / "adatto" a fare niente altro. Cambi ruolo? Si riparte. Sennò puoi adattarti ai lavoretti mal pagati, da immigrato per capirci. Da qui si capisce perché cambiare sia impossibile e insensato, avresti anni da coprire da solo di disoccupazione. (Diverso il sistema dei centri impiego, coi quali però la stragrande maggioranza viene demansionata e per la mentalità di cui sopra avrà vita difficilissima nel trovare un impiego pari e/o simile al primo).
Allora, al netto che il sistema può anche funzionare nel nostro caro mondo neolib e che reddito e livello di istruzione viaggiano su binari non necessariamente collegati, anzi il contrario (ad es. un operaio specializzato può avere uno stipendio molto più alto di un docente laureato, quindi può essere molto più allettante essere il primo) e senza voler toccare quel tasto, il fatto che la tua vita (e appunto per quanto detto non necessariamente il reddito) sia deciso su un pre-adolescente è ridicolo. Per non dire orrendo. Altro che modello.
Di tutte, tutte(!), le persone che conosco e sono italiane non ce n'è una che non viva nell'angoscia di affrontare quel sistema. Le coppie miste fanno conto sul fatto che un genitore è tedesco. Ho visto docenti universitari terrorizzati che il consorte germanico non bastasse a far accettare la prole come adatta al liceo.
Le coppie di due immigrati, poi, sono mediamente rassegnate a una fine scolastica prevedibile. O la accettano, o rientrano. Una coppia di amici, dopo più di 3 anni ed ora con un'ottima posizione lavorativa per entrambi lo sta già programmando. Perché? Lei ha la 'sventura' di lavorare in una scuola: 9 bambini su 10 figli di entrambi i genitori stranieri sono selezionati dalle maestre per le classi differenziate per persone con ritardi nell'apprendimento. Motivazione standard: perché non hanno il tedesco-dialetto di un locale, quindi sono considerati dotati di QI inferiore, in quanto tali differenziati. Chi ha il marchio della classe differenziata ha una possibilità di raggiungere l'ammissione al liceo* nell'ordine dello 0,...%. Lei poi ci lavora anche con quei bimbi (insieme agli altri considerati "normali" secondo le maestre) e non vede alcuna di queste tare. Anzi, spesso su certe attività sono i più svegli per questioni di bilinguismo (anche se non perfetto). Chi cerca di tamponare spende stipendi e fa rincretinire la prole con ore e ore di lezioni private di tedesco.
Ha deciso che i suoi figli vuole facciano/inseguano qualsiasi carriera vogliano, non che le maestre decidano per loro a 7-8 anni, senza che né lei né il marito possano mettere bocca. Qualsiasi carriera/lavoro, e certamente scelgano oltre i 10 anni.
Non è una questione economica, è una questione etica.
* senza liceo non si entra all'università ed è complessa anche l'ammissione alle scuole tecniche di grado inesistente in Italia ma che si potrebbero definire parauniversitarie.