ho conosciuto una persona iper-perfezionista (e brava, davvero), che pretendeva il massimo in primo luogo da se stessa. messa a lavorare in gruppo, ha preteso lo stesso livello di maniacalità anche dai propri collaboratori, con atteggiamenti anche brutali nei loro confronti quando non percepiva l'assoluta dedizione che la persona stessa metteva in quel lavoro.
ma semplicemente non la puoi pretendere.
Anzi, a mio avviso se la pretendi non hai capito niente. Sarai dotato di grandissimo talento per una professione, attività, etc., ma non sei assolutamente intelligente a tutto tondo.
Personalmente non trovo nemmeno sana la maniacalità applicata su se stessi, ma non la discuto perché chi lavora (o fa altro) da solo se vuole struggersi lo faccia. Io dubito che essere ossessionati alla fine paghi molto più di uno 0.00001% dell'essere dedicati, coscienziosi, professionali e attenti, ma affari suoi e potrei aver torto io. Magari fa differenza all'1% e quello cambia sul serio.
e ovvio anche che ci saranno registi più intelligenti ed empatici che sanno guidare col guanto di velluto, ma sospetto che siano più quelli che guidano col pugno di ferro.
io trovo invece che per chi lavora, ma soprattutto, dirige un gruppo di lavoro l'empatia (non il lassismo o il farsi andare bene e giustificare tutto) sia invece la chiave dell'intelligenza applicata al suo ruolo. Se sei un organismo complesso, non puoi guardarti sotto una lente individuale e devi tenere conto di tutte le tue componenti armonizzandole. Non puoi decidere che una parte (qualsiasi) sia il metro slegato dal resto.
Oltretutto, rendere l'ambiente invivibile, per reazione anche non volontaria, sono certa fa crollare le performance.