Sono d'accordo con la specialità del periodo vittoriano EDIT: e con la "secondarietà" del lesbismo derivante dalla "secondarietà delle donne".
Sono completamente in disaccordo con la parte "nei paesi mediterranei l'omosessualità era più tollerata". E' un mito antico, al quale credevano i vittoriani stessi, ma storiograficamente non è per niente dimostrato (anzi!).
Però seriamente, se vogliamo aprire un topic di "storia e storiografia dell'omosessualità", a me va benissimo. Qui stiamo discutendo di altro.
Per tornare IT vi propongo questa riflessione.
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Noto un cambiamento molto grande nel modo di essere bambini. Mi riferisco solo alla mia esperienza personale, ma ho trovato molti riscontri esattamente con quello che dice Anita, e cioè che gli "universi" sono sempre più assurdamente separati.
Ora. Io non ho esattamente l'età del dattero, ma mi ricordo che giocavo molto di più alle "storie", alle drammatizzazioni, al limite ai "cartoni" e ai "telefilm" (epici scontri tra Guerriere Sailor e Power Rangers). Erano giochi misti perché prevedevano ruoli misti, e tutti venivano coinvolti.
Oggi, per vedere dei bambini in colonia staccarsi dalle carte di Yu-Ghi-Oh e fargli fare un gioco drammatico ci devo mettere molto d'impegno, e tre quarti delle volte non intuiscono nemmeno le regole del gioco. Significa che non ne hanno familiarità, che nessuno gli ha mai fatti giocare al "facciamo che io ero e che tu invece eri".
Forse in questo senso le bambine sono più abituate, ma non si va molto oltre al "facciamo che io ero la principessa del regno di Smeraldo e tu quella del regno di Rubino e prendevamo insieme i pasticcini". Cioè una roba dove non succede NIENTE e dove i maschi non sono contemplati.
Io sospetto fortemente che la cosa vada di pari pari passo con la separazione di bimbi e bimbe. I primi giorni dei turni, se li raduniamo in cerchio, spontaneamente si siedono in due emicicli distinti. Per farli mischiare dobbiamo imporlo.
Guarda caso, uso spesso i giochi drammatici collettivi come mezzo di socializzazione per superare queste divisioni abissali, e funziona. Si divertono e giocano insieme, si conoscono, e dopo un po' si mischiano maggiormente.
Ma il fatto che mi ci debba mettere di impegno secondo me è indicativo di quello che loro danno per "scontato", e cioè che i maschi e le femmine non hanno punti in comune. Non nel vestiario, non nei giochi, tanto meno nell'immaginario. Io non penso di avere ricordi falsati, ma quando io avevo 7 anni le cose non erano così nette, e mi pare che molti qui abbiano ricordi simili.
C'erano i giochi "tradizionalmente" dei maschi (tipo boh, il subbuteo), quelli delle femmine (il dolce forno) ma c'erano anche tanti giochi misti, spesso basati sulle drammatizzazioni.
Non capisco perché quelle stiano sparendo.