In verità tendo a non soffermarmi troppo sulle questioni inerenti il genere.
Quello che mi sembra interessante é il modo nel quale le comuni ansie transgenerazionali sembrano declinate oggi.
L'impressione, incrociando i dati oggetto di pubblicazione con dati che a volte mi arrivano dal reale, é che il bisogno di emancipazione della mia generazione, che é possibile non sia la tua, passava comunque per un bisogno di calore umano, di riconoscimento di sé da parte dell'altro, di sé come visione abbozzata del mondo che chiede conferme, di tenerezze, presenze, piacere della vicinanza. Il desiderio più lieto nasceva da lì, sia per le femmine che per i maschi. Poi c'era chi sperimentava per sperimentare, per ansia di maturità, ma era la sua propria caratteristica, una fra le possibili e talvolta vissuta in modo conflittuale e non certo per senso del peccato...
Un pompino era una storia da tramandare, il fulcro di una narrazione che si sarebbe evoluta, un segno indelebile.
I segni di passaggio come conquista.
Il quadro che si ricompone attualmente elude nella maggior parte dei casi il calore umano e il desiderio tenero, che ti invade da stravolgerti. E non pare nemmeno il desiderio bruto, in nuce violento, copulativo ma caldo.
L'impressione é di una occupazione nemmeno ricreativa utile all'inserimento sociale, priva di importanza, di desiderio, di confronto introspettivo con i propri lati bui ma ribollenti.
Probabilmente é un altro tipo di percorso di emancipazione, di tentativo di esprimere la propria libertà individuale nel contesto, vedendola riconosciuta.