Mixar, l'errore di fondo è che esistono da decenni gli studi, di genere, e nessuna "teoria".
Ed esiste l'identità di genere, e le disforie.
Ma ora devo fuggire in banca.
Sto appunto dicendo che articoli seri non sono diffusi.
Gli articoletti normalmente reperibili riducono la questione a quanto sopra: "il cattolico ha paura di un presunto tentativo di superamento del sesso come dato biologico" e produce il simbolo del male: "Teoria Gender".
Dunque?
Da un punto di vista accademico non c'è alcuna formulazione di una teoria.
Questo rassicura il cattolico?
Il dato "non c'è una teoria" risolve tutto con un tocco magico?
Non solo l'istituzione cattolica ha timore, anche i cattolici ce l'hanno e dal loro punto di vista, circa la loro visione del mondo, è in atto un cambiamento rivoluzionario.
Che questo venga da una serie di riflessioni a sé stanti o da un omogeneo costrutto, per costoro cambia la sostanza?
Il cambiamento è in atto e la reazione pure.
La mia considerazione è che si stia dando eccessivamente peso, nella comunicazione, all'aspetto del "nome".
Anche nella critica al punto di vista cattolico l'arma è la sottolineatura, più o meno sarcastica, dell'errore volontariamente o meno commesso: "non è una teoria", "non si pensa inoltre di cancellare la differenza biologica".
Come se rimuovere il - falso - simbolo del Male elimini le questioni dalle quali quel simbolo è stato astratto e assemblato.
Gradirei trovare più facilmente articoli più approfonditi.
(Ovviamente i libri sull'argomento sono altro, qui parlo di comunicazione sui "mezzi di informazione", per il cittadino che attinge informazioni su un argomento).