Allora s., cerco di risponderti punto per punto:
1)
Io non divido il movndo con l'accetta, non voglio cambiare le nominazioni
scusa eh, ma se tu ti/ci chiedi :
perchè la parola ingegnere fa venire in mente un uomo?
vuoi semplicemente sollevare la questione? vuoi invitare a riflettere a questa curiosità? No, perché ti dici femminista, appunto, e dietro la semplice domanda c'è la critica profonda a quella che tu ritieni un'aberrazione. Infatti poi dici:
Dunque l'oggetto del contendere è il sessismo di chi non immagina un'ingegnerA nonchè il linguaggio che riflette e nello stesso tempo contribuisce a perpetrare questo stato di cose.
Lo stesso valga per i commenti deficienti al blog di Betty di gente che non ha letto le avvertenza.
Sono deficienti, non sono il mondo. Eppoi, parlando di luoghi comuni, sarò pure originaria di una città del profondo sud, e sicuramente non posso vantarmi di aver vissuto in una società aperta e liberata, ma a me tutti 'sti doppi sensi non vengono in automatico, e
te lo dico in buona fede, quindi se non lo penso io, permettimi di avere per una volta un po' di fiducia nel mondo e credere che ci siano altre persone che non lo pensano. O no? Devo crederti per forza?
E quindi, pure facendo finta di riconoscere che sì, è uno schifo che quando uno sente la parola ingegnere si immagina un uomo, che proponi? che vuoi fare?
2)
parlando di femminismo e di pensiero della differenza pensavo di aver sgombrato il campo dal sospetto di una pretesa di rincorrere un "neutro" universale, perchè è l'esatto contrario di quello che penso se non bastasse il fatto di non averlo mai detto.
Ho capito che pensi che il linguaggio è sessista: qual è questo "esatto contrario", nello specifico?
3)
dire che il linguaggio è sessista significa dividere il mondo con l'accetta?
uhm, mi sa di sì. Vedi altre alternative ad una visone della società (e del linguaggio) divisi per generi (maschio/femmina), in cui il femminile fatalmente se la prende in quel posto? Sono perlomeno gli esempi che hai dato fino ad adesso.
4)
Il mio discorso partiva dalla constatazione che il sessismo non viene riconosciuto o comunque non viene visto come un problema. Sulla valenza di "coglione " e "cazzone" come ho già detto possiamo parlare.
I'm waiting, io la mia l'ho detta.
5)
cos'è, per avere delle idee, abbracciare una filosofia, sviluppare un sistema di pensiero,ci vuola la proclamazione di qualcun'altro? Se nel topic sulla religione mi fossi definita "atea e materialista" era un'autoproclamazione?
Nel momento in cui tu ti definisci "qualcosa", ammetti
per principio di essere di parte. A meno che tu non ritenga di essere, in quanto femminista, super-partes.
Quindi, visto che ti interessi al linguaggio, saprai che non è un semplice passaggio di messaggi da A a B, e che in un contesto di discussione, se tu ti dichiari in primo luogo "femminista", seminando qua e là citazioni virgolettate o no di Irigaray e Foucault, la percezione del tuo discorso da parte di chi ti ascolta può essere un tantinello orientata.
No, non è una "colpa" essere femminista. Così è successo nel topic della chiesa, dove Pina Sinalefe, cattolica praticante dichiarata, ha imbastito lunghe discussioni su sacre scritture ed indiscutibilità dei dogmi: interessante, sì, ma vista la pervicacia, l'impressione che ho avuto è stata di sentirmi, come dire, catechizzata.