Ora a parte l'evidente fatto che pure gli ultraquarantenni e undertrentenni maschi sono discriminati sul lavoro, e non mi sembra che siano previste tutele particolari compensative negli eventuali contenziosi con le compagne. A parte questo in quel caso si dovrà prevedere una legislazione che colpisca i discriminatori, quindi i datori di lavoro privati, non gli ex mariti o ex conviventi. Non si capisce perchè delle colpe ben definite, di chi non assume per motivi discriminatori, devono ricadere su altri.
Il coniuge economicamente più debole, anche a parità di reddito, guarda caso in automatico quasi sempre è la donna, e vabbeh. Solo che è proprio il principio del mantenimento del tenore di vita che è sballato. Se prima della separazione il reddito è x e le spese y, dopo la separazione il reddito è sempre x e le spese aumentano, quindi per garantire un coniuge ovvio che l'altro diminuisce il suo tenore di vita: è aritmetica.
E sempre rientra il discorso: maschilista come sono a me piace avere la libertà di rompere una relazione, ma non mi sono mai posto il problema che poi dovrò avere questo e quello dall'ex compagna, anche fosse più ricca di me. La situazione dovrebbe tornare quella di prima della relazione, altrimenti nasce il sospetto che ci si sposi o si conviva per "sistemarsi", e allora fatemi capire: si vuole l'indipendenza la parità e blablabla però poi la protezione tipo donnette anni 50.
Ah cavolo, non so neanche da che parte cominciare...

Allora. A me sembra che tu sottovalui ENORMEMENTE la discriminazione lavorativa che avviene per le donne.
Io lavoro in una grande azienda.
Già a parità di mansioni ed esperienza io sono DUE LIVELLI di inquadramento più in basso di tutti i miei colleghi.
Perchè? BOH! Un mistero! Ed è un mistero anche per tutte le altre donne, che anche ad alti livelli guarda caso non diventano mai dirigenti, a parità di funzioni con un loro collega maschio.
Andiamo avanti: una donna che torna dalla maternità è automaticamente demansionata rispetto al lavoro che faceva prima. Avrai un bel dire che ci sono leggi sindacali che lo proibiscono ma rimane il fatto che molti lavori manageriali "prevedono" molti straordinari, cosa che è incompatibile con l'avere dei bambini a casa, quindi, mi dispiace figlia mia, ma capisci anche tu perché non puoi avere questo avanzamento di carriera?
Dico "prevedono" tra virgolette perché a mio parere è una grandissima stronzata e una totale inefficienza lavorativa: in molti paesi europei (per esempio in Germania e UK) fare tanti straordinari è considerato un'incapacità di gestire il proprio tempo lavorativo, qui invece se vai a casa alle 6 sei uno che fa "mezza giornata". Per non parlare del fatto che è fisiologico, dopo una certa ora non puoi avere lo stesso livello di concentrazione che hai al mattino bello riposato, quindi per esperienza tutte queste superimportantissime riunioni alle sette di sera si riducono a chiacchiere alla macchinetta del caffé.
I padri invece no: possono fare tutti i figli che vogliono e non vengono penalizzati... e non mi sembra che sia la donna che faccia i figli da sola, si fanno in due!
Inutile dire che tutti i supermanager della mia azienda hanno tutti un mucchio di figli e una moglie a casa che di solito non lavora: d'altronde come farebbe? Loro arrivano a casa belli belli alle 8 e si siedono a tavola, non alzano un dito in casa, e la moglie deve essere a completa disposizione, perché avendo loro la "completa disponibilità di orari" non puoi pretendere che vadano a prendere i figli a scuola o contribuiscano in qualche modo al ménage familiare, no?
L'alternativa è avere un susseguirsi di asili e baby sitter, ma se conti che, a causa delle discriminazioni di cui sopra, molte hanno uno stipendio molto inferiore al partner, spesso preferiscono stare a casa coi figli che spenderlo tutto in daycare.
Ecco, immagina che uno di questi manager ad un certo punto voglia "sentirsi libero di troncare una relazione": secondo il tuo discorso alla moglie, che ha sacrificato la sua vita professionale per favorire quella del marito e dargli la possibilità di non avere obblighi a casa e concentrarsi sul lavoro, non dovrebbe andare niente del profitto che il marito ne ha ricavato.
Ecco perché ci sono le leggi che a te fanno tanto schifo, ma che tutelano una situazione che è molto reale.
Poi non dico che non ci sia chi si approfitta di queste leggi (un po' come di tutte), ma da quello che ho visto nella mia esperienza sono dei casi limite che valgono per entrambi i sessi (per esempio conosco una che ha divorziato dal marito disoccupato che da allora continua a evitare di lavorare per prendere l'assegno di mantenimento...).