C'è una cosa in particolare che mi ha colpito del documentario: quando la narratrice dice qualcosa del tipo "talvolta si possono assumere comportamenti umilianti o maschilisti (inteso come "sessualmente provocanti") usandoli come se si scimmiottasse sarcasticamente la prospettiva deformante imperante nei mass media; tuttavia per usare questo atteggiamento in modo che esso rappresenti l'opposto di ciò che implicava originariamente, è necessario non solo avere una profonda consapevolezza di esso ma anche presentare un certo distacco verso la sua recezione ed i suoi recettori". In parole povere, chi si diverte a replicare gli atteggiamenti da vamp e gatta-morta con l'intento di ironizzare su di essi, potrebbe essere coinvolto nella loro riproposizione e promozione. Io, per l'appunto, mi diverto spesso a scimmiottare questi atteggiamenti, ma come faccio a sapere se non ne sono coinvolta oppure no?