La città più pericolosa del mondo è Campobasso.
Ci siamo persi in pieno centro storico - un'auto di quattro persone di cui una di Hong Kong, che però non guidava -. Pauroso: i divieti d'accesso e i sensi unici spuntavano in ogni dove all'improvviso. Ciò che sembrava non era, ciò che era sicuro era un miraggio.
Nessun molisano sapeva dove fossero gli edifici nuovi dell'Università. Siamo passati quattro volte davanti alla stessa edicola: alla quarta ci chiamavano per nome.
La direttrice del coro, che ci aspettava all'Università per una rassegna nazionale di cori ci ha pure fatto un cazziatone sonoro in Do maggiore perché abbiamo ritardato alle prove e un altro coro ci ha soffiato la sala.

La città dove vorrei vivere è Gubbio, perché alla faccia di Don Matteo sono tutti comunisti, ma veraci, non col SUV e la mentalità borghese come i perugini. Gli eugubini si chiamano tutti Ubaldo Lenin + cognome, e gli anarchici Ubaldo Bakunin, e salutano in russo stretto. Sono tutti matti perché girano intorno alla Fontana del Bargello e la sera del 15 maggio ti danno gratis la pasta all'arrabbiata e il vino rosso nelle taverne, e pure le posate di plastica perché sono civili.
Dal Palazzo dei Consoli poi guardi giù a perdita d'occhio, e di notte dire che è bellissimo è poco.
Poi, per il resto, preferisco la campagna alle città: mi piacciono montagne, spiagge, boschi, pendii, sentieri, litorali, arenili, laghi, mari, oceani, poggi, colli, acclivi, brughiere, steppe, deserti, tundre, pampas, savane, frutteti, macchia, scogliere, rocce e foreste molto più degli agglomerati di case.