Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Betty, di Horowitz.
Alla fine è un pianista che io ascoltato molto poco; quando ero ragazzino era ancora in carriera e mitizzato (o snobbato da alcuni), ma nel tempo ho capito che si trattava di un tipo di pianismo lontano dalle mie corde più profonde.
In generale quello che penso si possa dire è che fornisce un'interpretazione che non è mai la migliore, la più rispettosa e la più scavata, ma è sempre molto personale e molto interessante. Mi chiedo che effetto faccia ai più giovani, ai pianisti (e semplici amanti della musica) nati dopo la sua morte.