Il problema è che ho da leggere una quantità così enorme di roba arida e vuota e iperspecialistica per "lavoro" (chiamiamolo così) che quando leggo per intrattenimento non amo perdere tempo con cosette inconsistenti, con "impressioni", con "sensazioni", con i sottili rivolgimenti di personaggi nel quotidiano, con vicende del cuoricino di cui tutto sommato non mi frega un cazzo.
Preferisco i draghi e gli omicidi e le sfuriate o i drammoni degli shojo anni 70 in cui mezzo cast muore suicida e l'altro mezzo di tisi.
Certo. Nel mio caso, d'intrattenimento, ne leggevo, tra le decine all'anno, anche qualcuno di Banana nostra. Finire li finisci tutti in fretta, tal fretta ch'è indolore. Nel numero, quelli che ho citato, funzionano, perché è esattamente quell'impalpabile, anche effimero, che, in quelle specifiche storie, è il criterio perfetto di approccio.
Quindi non la boccio tutta.
Sensazioni forti me le dà già la vita e qualche autore che dice così bene le cose da farmi esclamare "ok, fatto!".
In futuro spero d'aver di nuovo tempo per leggere qualche nipponense denso e fondante.