Visto che si parla di balena (che non mangerei mai per ragioni seriamente ecologiche, è un animale in pericolo)... da alcune discussioni sui social e da letture estemporanee sulla moda vegan che impazza (perché sì, allo stato attuale è una moda) mi sono reso conto che la distorsione storico-concettuale che sussiste attorno al problema è ancora più grave di quello che pensassi.
Beninteso: mettiamo da parte le torture per lo più gratuite a cui alcuni animali vengono sottoposti allo scopo di soddisfare esigenze ridicole, come quelle delle pellicce di visone o dei piumini di vera oca (vedi caso Monclér).
Tuttavia mi pare che, quando si discute di animali addomesticati da cui ricaviamo i prodotti (latte uova etc), manchi totalmente la capacità di
1 - distinguere tra la produzione di massa genere Monsanto e le realtà locali: quando Mater va a prendere la lana dall'azienda familiare controllata, le pecore sono trattate con tutti i riguardi e non vengono scorticate come nelle "fabbriche" australiane. Se tengo due galline in campagna per le uova, non le costringo certo in gabbia con i tubi nel culo e le lampade puntate. Ora, sarà da parte mia estremamente crudele nei confronti della "volontà della gallina, che magari vuole essere libera anche di essere mangiata dalla volpe" (giuro che mi è stato detto così), ma se quella della mia campagna che razzola allegramente in cortile mi produce un uovo al giorno con lo stesso sentimento con cui fa la cacca, immagino che non se la prenderà poi troppo se il brutto e cattivo essere umano se lo mangia.
2 - rendersi conto che se anche tutto il pianeta si convertisse in massa al veganesimo, non è che si tornerebbe in una situazione da giardino dell'eden, con tutti gli animaly esattamente come erano stati concepiti dalla Natura a saltellare allegramente in giro come se nulla fosse successo e l'essere umano non fosse mai esistito. Questo perché la presenza dell'uomo ha profondamente mutato le specie animali addomesticate, che oggi sono molto diverse dalle loro versioni "di default" prima dell'addomesticazione. Certe razze di pecore, se non le tosi, crepano soffocate o per i parassiti. Ora, possiamo fare della morale sul fatto che forse non avremmo dovuto selezionare e incrociare le specie in questa maniera (cattivi neolitici, cattivi! adesso vengo a fare tò-tò sulle ossa dei vostri culi al museo!), ma pretendere che il mondo faccia all'improvviso il dietro-front temporale denota solo ignoranza.
Insomma, mi pare l'ennesima coglionata tipica di chi è cresciuto con tutte le proteine, le comodità, le medicine e soprattutto le vaccinazioni di una bella vita civilizzata all'occidentale, e si rivolga alla "natura" con occhio paternalistico e compiacente, antropizzandone idealmente i comportamenti esattamente secondo gli stessi meccanismi melliflui e fintamente egalitari con cui nell'Ottocento gli studiosi occidentali si rivolgevano alle popolazioni orientali.