E così alla fine posso risparmiarmi il viaggio.
Gazzetta pubblicata il 29 dicembre, 10gg - non lavorativi, effettivi - per mandare domanda di votare in Italia, ma consolato chiuso e sbracato che non certifica l'arrivo.
Risultato assurdo? Dovrei votare all'estero, ma con la residenza ritornata. Cioè vogliono che voti un sicuro "non" mio rappresentante da subito (uno si trasferisse dopo, almeno per qualche giorno sarebbe suo rappresentante). Tanto valeva mi facessero votare in un collegio della Val d'Aosta o della Sardegna.
Onde evitare che passino nottetempo a ravanare nella raccolta carta (visto sul campanello il cognome italiano) per spedire letterine al consolato al posto mio, non appena arriva la famigerata bustona ne farò appositi coriandoli di carnevale.
Mi rompe abbastanza le palle che la legge sul voto estero sia talmente ben congegnata da - de facto - togliermi la possibilità di votare un mio rappresentante solo perché rientro. Di votare avallando indirettamente il Razzy scelto dalla cosca che comanda nella mia area estera: anche no.
