Eccomi! Nella mia veste di grandissima appassionata d'opera (*) e frequentatrice abituale della Scala (**), posso darti qualche dritta:
1. il cliché del teatro d'opera come "luogo in cui bisogna presentarsi obbligatoriamente con una certa eleganza" è totalmente superato. Da quando metà dei biglietti vengono regolarmente bagarinati dai bigliettai alle agenzie di viaggio, si vedono aggirarsi nella sala del Piermarini frotte di americani in bermuda e sandali+calzini piuttosto che straniti giapponesi con cappellini improponibili e kimoni prêt-à-porter;
2. se hai un biglietto di galleria è molto probabile che il tuo vicino di poltroncina sfoggi il look jeans-converse da te scartato in prima battuta. I posti più "economici", ossia quelli meno richiesti dai turisti, sono quelli che finiscono regolarmente ai giovani appassionati, in genere molto molto anticonformisti;
3. l'opera e affini attrae moltissimo il genere gayo (questo non è uno stereotipo, è realtà). Accorgendoti che i 3/4 degli spettatori presenti non filerà il tuo look manco di striscio, ti accorgerai che tutti i tuoi sforzi di trovare la mise da vera regina del pendant saranno passati del tutto inosservati;
4. mettiti soprattutto qualcosa di comodo, che non ti costringa a stare in posizioni ayurvediche e che all'occasione ti permetta di appisolarti (se l'opera che vai a vedere è il Macbeth con la regia di Vick, il rischio di colpo narcolettico è molto elevato). Va da sè che se le scarpe dopo un po' ti fanno male, le togli e le nascondi con indifferenza sotto la poltrona di quello davanti...
Buono spettacolo!!!
(*): come si evince dal mio avatar della malvo-cantante lirica per eccellenza: la Katya.
(**): nonostante le vostre perplessità vi assicuro che l'opera può essere veramente divertente e coinvolgente.