Al di là dei muri, in questo caso il problema è che non si sposta un uno, ma la famiglia di un uno. I matrimoni - soprattutto con prole - a distanza reggono difficilmente.
Così se l'uno, il singolo, può anche accettare il salto, ben più difficile che lo possa fare il gruppo. Non solo per legami affettivi di vario genere, per abitudine, ma anche meramente pratici: mettiamo che si lavori in due in famiglia --> se uno si sposta l'altro/a per seguirlo perde di fatto un lavoro (se ha la fortuna di averlo) che non sa se-quando ritroverà, inasprendo le condizioni, stress, liti e tutto il conseguente. Se resta siamo al punto uno.
Trapiantare un albero è più facile e possibile che trapiantare un giardino. Ma ovviamente alla ditta non interessa; il problema è che non interessa al sig. stato che dovrebbe invece pensarci.
Muoversi come scelta individuale è una cosa, forzare in maniera ricattatoria una piccola comunità è un'altra.
Senza contare che probabilmente neanche il tessuto dove quelle persone dovrebbero spostarsi è già pronto per accoglierle comodamente.