Le chiese, come edifici, sono luoghi di culto e di ritrovo. Come tali non vanno rase al suolo (lo stesso vale per i luoghi di culto non cristiani), perché le persone, se ne sentono il bisogno, hanno il diritto di credere in qualcosa e di aggregarsi nei momenti difficili, e di condividere la gioia nei momenti belli. Quello che va regolamentato, se non limitato, è l'ingerenza della chiesa cattolica e del suo papa nella politica e nella vita pubblica di questo paese.
Ha ragione Rita: coloro che credono o decidono di vivere in un determinato modo, a prescindere dal motivo per cui lo fanno, si adeguino e ne paghino il prezzo.
Evitiamo di fare di un'erba un fascio: la gerarchia cattolica nel suo insieme, come tutte le gerarchie, chiaramente segue i propri interessi, ma ricordiamoci che la chiesa è formata anche da persone, che cercano di darsi da fare per chiunque e che non sempre condividono quello che il papa dice.
Non comportiamoci come lui, non bruciamo nessuno, teniamo in considerazione le persone che valgono e le altre lasciamole parlare al muro.
Detto questo, se proprio sento la necessità di credere in qualcosa (evento che capita di rado, essendo io razionalista), preferisco credere in una madre natura donna e un po' autolesionista che in un dio uomo talmente pieno di sé da sentire la necessità di replicarsi, imperfetto com'è.