Rimettiamo sui binari la discussione, anche se un po' off, visto che non di Torino andrò a parlare ma di
Ciriè, ridente cittadina (che avrà da ridere poi) nei pressi del capoluogo piemontese.
Ciriè è innanzitutto la capitale dei negozi per cuccioli di razza umana. Avrò visto almeno dieci negozietti di questo genere con capi piccolissimi e firmatissimi: da D&G a B&A dove persino i manichini erano esempi da manuale del malvestitismo infantile. C'èra tutto il campionario dei messaggi promozionali mediaset: da calzedonia a valleverde a carpisa, tristissimi negozi monomarca dove le commesse si giravano allegramente i pollici. I Ciriacesi poi non sono da meno: passano dal malvestitume firmato a quello alternativo-militare (pantaloni mimetici e poncho glitterato tanto per capirci, con stivaletti neri a punta lucidissimi), lo stesso vale per i maschi: abbondano i finti stetson ma anche i cappellini da baseball stretti su in cima alla testa in modo da simulare un cranio minuscolo. Credo che il top lo abbia toccato quella ragazza che portava uno di quei giubbini che vanno di moda adesso tutto salsicciottesco con il cappuccio imbottito di fintopelo color verde elettrico lucidissimo, gonna corta nera e calze dello stesso colore del giubbotto (non proprio lucide ma un qualcosa di sberluccicante lo avevano anche loro). Ai piedi una specie di paperine di coppale nere lucidissime anch'esse.

Naturalmente aveva l'aria da guappa modaiola del tipo: "guardatemi come sono elegante e che idea geniale ho avuto di mettere le calze dello stesso colore del giubbino".
