Dal momento che non ho nemmeno chiarissimo cosa intendessi io, utilizzando quell'espressione.
Mi sembra un ottimo punto di partenza

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Allevi, volevo dire, semplicemente, che andare al cinema sin da piccoli non garantiva affatto che a quindici anni si fosse calati nei panni del critico che 'grida al miracolo', come per progressiva acquisizione di competenza. Perché l' espressione 'gridare al miracolo' faceva molto critico stagionato, appunto. Stavo smontando questa specie di blanda o inavvertita causalità che avevi stabilito tu, tra la frequentazione assidua e la capacità o, meglio, l' attitudine al giudizio, con competenza tale da 'gridare al miracolo'. Siccome mi faceva teneramente ridere l' habitus del critico con cui ti eri descritto, in erba. Il Piccolo Critico, giustamente. (Tu mi vuoi morta con queste ripetizioni che devono assicurarmi che ti sia chiaro, perché voglio che ti sia chiaro. Molte grazie. Molte grazie.).
Probabilmente- provo ad interpretare, visto che è oscuro anche a te- hai avuto un disguido anacronistico , attribuendo a te bambinetto la descrizione di una valutazione estremamente positiva (che sintetizzeremo con Spakka) per mezzo di un' espressione che useresti solo ora (che acronimizzeremo con GaM).
(E' vero, esistono casi in cui la si usa anche a quell' età.
"The X-treme Antithesis Teen Show":
-"Ieri abbiamo impiccato il gatto della prof. sopra la porta di casa, ahr ahr ahr",
- "Io ieri sono andato al cinema ed ho gridato al miracolo!", gnam, gnam, merenda.).
Io ero con te, se ti piace.
Bene. Col che mi sono rotta.
Scherso, scherssso...
(Quando scrivo così ho un sorriso cheshire che mi alza gli zigomi. Ottimo.)