Mettiamo da parte la rosicata degli anglosassoni che con la solita ipocrisia sorridente e passivo-aggressiva cominciano ora a mandare in giro voci di doping per Jacobs (da che pulpito, dyo!!!).
Ferrari medaglia meritatissima. Era già da medaglia a Londra e le fu sottratta per uno scandaloso gioco politico nascosto dietro un regolamento macchinoso. Giusto il quarto posto di Rio - ovviamente ci sta la delusione. Poi rottura tendine d'achille nel 2017, entra nelle qualificazioni olimpiche per un pelo causa Covid, e fa la sua migliore prova di sempre, giustamente premiata con il punteggio più alto nell'esecuzione. L'americana è passata avanti per il tasso di difficoltà molto più alto, ma sul piano esecutivo è stata nettamente inferiore - senza parlare dell'assenza totale di coreografia. È vero che la ginnastica artistica moderna è più acrobatica che altro, ma l'esercizio era di una bruttezza urticante rispetto a quello della Ferrari che era tutto sulla battuta, con movimenti adeguati ai crescendo musicali.
Nel complesso ci sta che l'americana abbia vinto, ma non c'era nessuna che potesse togliere alla Ferrari quel secondo posto. Certo con la Biles la situazione sarebbe stata diversa, ma sono fortemente contrario a giudicare i meriti degli atleti in base alle presenze e alle assenze degli avversari - una cosa che sento fare spessissimo anche nel pattinaggio. Se uno vince, vince, facendo quello che occorre per primeggiare IN QUELLA SPECIFICA OCCASIONE. Chi non c'era, affari suoi.
Poi ci sono quei dettagli che, come nel caso di Tamberi, generano un certo grado di emozione, tipo la scelta metaforica del "Con te partirò" di Bocelli - che poco da fare, ha una melodia che per questo genere di cose è perfetta - e il fatto che abbia deciso di eseguire in apertura la stessa diagonale che le procurò la rottura del tendine.