Il problema è tutto lo svolgimento tirato via male.
mi attacco a questo commento di Fla per fare la mia riflessione finale.
il problema delle stagioni post-libri (quelle in cui bibì e bibò hanno dovuto scrivere inventando e non adattando) è precisamente questo. e riflettendoci penso di aver identificato il problema: hanno lavorato su riassunti e non sono riusciti ad andare al di là del riassunto.
mi spiego: sappiamo che giorgio martino gli ha spiegato cosa succede nei libri. immaginate, lui che dice loro: jon e dany si innamorano, poi jon scopre che day è sua zia e la cosa rovina il loro rapporto. questo più la morte di pedobear, più la morte del suo drago, porterà all'impazzimento di dany che sbrocca e ammazza tutti.
come riassunto può funzionare, no? il problema è che i due coglioni non ci hanno costruito intorno un cazzo. non sono riusciti a scrivere la storia dietro al riassunto, a creare archi narrativi, a elaborare trame, a dare motivazioni solide. succede tutto frettolosamente, come in un riassunto. jon e dany si innamorano nel giro di due puntate. dany impazzisce nel giro di cinque minuti.
pensate a qualsiasi snodo di trama delle ultime due stagioni, immaginatelo come riassunto e ditemi se secondo voi non è esattamente quello che è successo.
i teletrasporti, l'assenza di distanze, di pause, i tempi affrettati. è tutto spiegabile col fatto che hanno lavorato su dei riassunti.
Verissimo. Tutto sembra esattamente una sintesi di quello che è successo realmente, con almeno metà dei fatti sceneggiati off screen - vedi, per fare un esempio tra mille, la cattura di Jaime nel penultimo episodio.
Oltretutto, per far capire QUANTO sono scemi D&D, uno youtuber ha provato a sistemare l'ultima stagione imponendosi esattamente gli stessi paletti che aveva la serie, COMPRESE le necessità di fare fanservice e di compiacere gli attori del cast principale. Il risultato è un pochino stucchevole solo nella scena finale, ma quanto avrebbe aggiustato meglio il tutto?
Aggiungo che sono saturo di sentirmi dire "e allora fallo tu". IO sono lo spettatore e TU vendi il prodotto, se il prodotto non mi piace è colpa TUA, perché sei TU che avevi gli strumenti professionali e i fondi per creare un prodotto valido, non io. Il problema è che non si è ancora ben compresa la natura di lama a doppio taglio della società internettiana. Viviamo in un'epoca in cui Bibì e Bibò non sono più invisibili professionisti dietro la macchina dello spettacolo, ma comunicano giornalmente con noi attraverso i social. Ciò induce a generare una falsa sensazione di "vicinanza" con questa gente, e l'impressione che tutto sommato costoro siano "amici" o "conoscenti" che stanno lavorando per noi come se ci stessero facendo un favore. Cosicché quando il prodotto fa schifo, si giunge a leggere roba del tipo "eh, ma bisogna capire i limiti che avevano, il budget, le emorroidi etc.", come se, che ne so, all'epoca di Via col Vento i registi e gli autori non avessero problemi di questo tipo. Ma vaffanculo.