Insomma, detto in modo spartano... il problema è sempre com'è l'università e le sue prassi consolidate...?!
No, direi che sono due cose non comparabili.
Le cattedre Natta sarebbero state un'ulteriore stortura a favore dei soliti gruppi di potere, ma tutta interna al reclutamento universitario.
I "premi" agli imprenditori che assumono gli eccellenti esulano totalmente dalla questione. Qui la discrimazione viene fatta a livello di laureati. Il danno in prospettiva è aumentare il "diplomificio" che dai tempi di Berlinguer puntano a far diventare gli atenei, sul modello anglosassone. Siccome gli studenti in realtà sono "clienti", in nome della customer satisfaction, ovviamente si vorrà puntare (far pressioni) per fare in modo che si sfornino più 110 e lode possibili, nei minori tempi possibili, in modo da produrre a ciclo continuo neolaureati che rispondano ai criteri premiali. Sennò gli studenti e famiglie dirottano altrove e i parametri di valutazione d'ateneo cascano. Livellamento verso una "finta eccellenza".
Accompagnato a discriminazione anagrafica e di periodo di iscrizione. Essendo temporaneo, c'è chi ad esempio per motivi di salute si è iscritto qualche mese dopo e salta; o altre milioni di opzioni discriminanti. Sempre dignità e equità di trattamento. Livelli degni dei precedenti.
Senza contare la presa per i fondelli del promettere impiego usa e getta per un anno, in modalità non differenti da stage, etc. Perché sempre così finisce quando lo stimolo sono meri sgravi fiscali. Ovviamente il commercialista o ufficio relativo della ditta consiglia di dare un calcione all'eccellente quando lo sgravio non c'è più, tanto se ne assume uno appena sfornato, nuovo nuovo. Ma magari nel frattempo l'eccellente fa domanda del reddito di cittadinanza.

In tutto ciò, non so se il provvedimento sia nemmeno costituzionale: hanno escluso chi ha conseguito il titolo dalle università telematiche parificate. Il ché ha due aspetti grandemente ridicoli: a) appunto non può lo Stato negare loro il valore che gli ha attribuito; b) la stragrande maggioranza dei consulenti accademici dei 5* viene esattamente da quel tipo d'ateneo che ora escludono su implicito sospetto di "venderli" i titoli
