OMMIODDIO!!!!
Ti prego fai pubblicità progresso per l' Italia, se no chissà che penseranno di noi!!!!
Murakami scrittore? Haruki? Ryuu?
Mary, ti rispondo domani (qui sono le 19:26 e devo finire alcune cose) ma intanto ti mando una chicca unica:
Murakami è Haruki, mi sono innamorata di Tokyo Blues -Norvegian Wood, di questa sensibilità introspettiva che mi pare molto peculiare del Giappone...mi sbaglio? Aspetto allora qualche altra notiziuola...dalla nostra corrispondente estera! 
Murakami per me è uno scrittore a metà tra la generazione classica di scrittori nipponici (Kenzaburo Oe, Yukio Mishima), e quella più facile, più shojo, appunto della Yoshimoto o della Kanehara. Parte da una visione tipicamente giapponese, della vita, della morte, e della storia, però è filtrata attraverso una sensibilità che deve molto agli scrittori anglosassoni (in Norwegian Wood diverse volte tesse le lodi di Francis Scott Fitzgerald e Carver, e la sua tesi di laurea era sul tema del viaggio nel cinema americano), e la vicenda stessa del romanzo è ambientata in un periodo storico, quello del sessantotto giapponese, che è indubbiamente di rottura con la tradizione e la cultura più marcatamente del Sol Levante.
Quindi direi sì e no. Rimane uno scrittore giapponese, ma non totalmente immerso nella cultura tradizionale del sol levante.
Oggesù! Qualche tempo fa parlavano di un'inchiesta; forse qualcuno la ricorda. I giapponesi avevano votato gli italiani come il popolo più stupido della Terra. Ora - Ilaria mi perdoni - su entrambi i popoli io mi tengo le mie riserve, e non son poche, ma posso capire i giapponesi se a motivare la loro scelta sia stata la visione dell'ineffabile Panzetta.
Io non mi farei fare la morale da un popolo che mangia così tanto riso, pratica il bukkake, sta contribuendo in maniera decisiva all'estinzione delle balene, e vive ultracentenario in case di carta.