Ho sognato che ero a un pranzo di matrimonio molto di lusso; si pranzava in tanti tavoli separati apparecchiati molto zen, in un salone (ripartito da muri a secco alti non più di due metri) che in realtà era la navata centrale di una cattedralona gotica. Si mangiava solo pesce. A un certo punto hanno portato vassoi di meravigliosi gamberetti rosa trasparenti, cotti al vapore, solo che erano VIVI perché in corrispondenza dell'attaccatura della testa con il corpo si vedeva distintamente una sorta di anemone di mare che pulsava. Praticamente morivano nel momento in cui li mangiavi. Pensavo alle tattiche per farli soffrire il meno possibile, e quindi li mangiavo troncando nettamente il corpo dalla testa, senza sgusciarli. Poi arrivava una portata di zuppa di pesce, che in realtà consisteva in da una parte una zuppiera di minestrone di verdure e basta, dall'altra seppie, polpi e calamari lessati. C'erano anche tentacoli a pezzi di un animale immenso, grandi come braccia umane, e mi spiegavano che avevano sacrificato il "kraken di famiglia". Vabbè, a un certo punto arrivava la sposa (Rumer Willis, marò che brutta che era anche da vicino) che mi diceva qualcosa in una lingua che io non conoscevo, ma siccome era una ragazza altolocata che parlava molte lingue, le chiedevo di ripetermi in inglese e lei mi guardava come se fossi demente, poi diceva "Huitres (e intanto faceva l'imitazione delle valve dell'ostrica con le mani, tipo "papera che fa qua qua") (e proseguiva in italiano), Ve ne andate alle otto e mezzo, vero? Così lo diciamo a Gabriella che prepara gli ammazzacaffé per tutti. Questa volta ci facciamo un bell'Anesone Triduo, così sgorga bene". (a me l'anice fa cagare, ma per educazione la ringraziavo e le dicevo "Ahhhh, i frutti della terra di Franciacorta! Che splendida idea!"). Comunque il pranzo non era finito, perché (qui viene il bello) arrivavano i vassoi di aragoste e ARISTOTELE ONASSIS IN PERSONA veniva a spiegarmi come riconoscere le aragoste tarocche da quelle autentiche. Era proprio Aristotele Onassis, non ci sono dubbi. Peccato che mi sia svegliata proprio quando stavo per conoscere il segreto dell'aragosta.