Folla di sogni.
Ricordo più o meno che... viaggiavo sulla statale nel pieno dell'azione di una supercella temporalesca con relativi tornado. Mi ritrovavo poi riparato in una struttura sopraelevata e angusta di una ex centrale nucleare, con altre persone che, prima del mio arrivo, non riuscivano a uscire. Una parentesi rurale in un paese noto, che nella finzione onirica ospita un curioso museo di non so cosa. Porto lì gli amici attraverso strade secondarie di indubbio fascino e poi davanti al museo, dove sorgono confuse complicazioni. In seguito sono a Milano in un giorno caldo. Ovviamente una Milano stravolta dal punto di vista urbano. La sostanza è che mi perdo cercando di tornare verso il centro e, impossibilitato a svoltare verso la città, mi trovo in una campagna remota, arsa e vuota. Perdo i contatti con l'automobile. Prima imbocco una strada bianca che finalmente mi porta a incontrare anime vive, dei tecnici che stanno lavorando a una struttura in cemento. Cordiali fin giovialmente dispettosi, ci intratteniamo chiacchierando e mi danno alcune indicazioni. Ricordo la presenza di un gentile anziano contadino sulla strada del rientro ma non il suo ruolo. Comunque, Milano resta lontana. Infine, un affollato e caotico, poco piacevole, spaccato cittadino.
Lungo l'intera vicenda oscillavo tra curiosità e angoscia profonda.